
Tra le prime scene a lasciare a
bocca aperta, considerati i mezzi dell’epoca, c’è quella delle streghe che si
librano in volo a cavallo delle loro scope, realizzata per mezzo di un modellino
di un paese fatto girare su un enorme tavolo rotante, un motore di aereo per
simulare lo svolazzamento dei costumi e l’ottima sovrapposizione creata dal
direttore della fotografia Johan Ankerstjerne. Inventiva e ampio budget, non a
caso fu il film più costoso prodotto in Svezia fino ad allora. Nella terza
parte, con la (falsa) confessione estorta alla donna accusata dagli inquisitori
si scatena un delirio oltre i limiti della blasfemia. Viene rappresentato un
Sabba in cui accade di tutto: streghe che baciano il deretano di Satana, nudità,
accoppiamenti con demoni e satiri, sacrifici di neonati, crocifissi calpestati,
in una composizione orgiastica e sulfurea formalmente riconducibile alle opere di
Gustav Dorè e Hieronymus Bosch. Meno visivamente ricca ma altrettanto
agghiacciante è la sequenza in cui vengono mostrati i terribili strumenti di
tortura utilizzati negli interrogatori alle presunte streghe. C’è spazio anche
per un pizzico di ironia nelle varie incursioni del Diavolo tentatore, capace
di mettere il suo zampino anche all’interno di un convento (una scena che
ricorda il cortometraggio di Mèliés “Le Diable au couvent” di un paio di
decenni prima). E lasciano il segno anche i roghi dell’Inquisizione, immagine
che forse più di tutte esprime l’amarezza e la drammaticità del pensiero di
Christensen.
In conclusione
La Stregoneria attraverso i secoli è
un film, sia a livello tecnico che concettuale, molto avanti rispetto all’epoca
in cui venne girato. Precursore, visionario e genuinamente horror.
Reperibilità: Si può contare su
un’edizione italiana della “solita” Ermitage, a prezzi modici. Le proposte
straniere abbondano di extra, quella più completa è quella della Criterion
Collection che propone le 2 versioni esistenti: quella lunga, “tradizionale”
con colonna sonora composta da brani di musica classica, e quella rieditata (e
più corta di circa mezzora) nel 1968 con voce narrante di William Burroughs e
accompagnamento musicale jazz.
Titolo: Häxan
Produzione:
Svezia (1922), b/n, muto, 104 minuti
Regia: Benjamin Christensen
Cast: Maren Pedersen, Elith Pio, Oscar Stribolt,
Benjamin Christensen
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