Durante una rappresentazione teatrale,
l’attore John Woodford viene ucciso in circostanze misteriose. Le indagini
della polizia si rivelano infruttuose e il caso viene chiuso. Cinque anni dopo l'impresario Arthur McHugh decide di riaprire al pubblico il teatro che fu
luogo del delitto, per mettere in scena lo stesso dramma di allora, “La
Trappola”. Nell’edificio, però, cominciano ad accadere fatti strani e qualcuno
della troupe afferma di aver visto un fantasma aggirarsi sul palcoscenico..
Dopo il grande
successo riscosso da Il castello degli
spettri, Paul Leni decise di replicare la stessa formula vincente con L’ultimo avviso, che purtroppo fu anche l’
ultimo film della sua carriera prima della morte per setticemia occorsa lo
stesso anno. Leni riporta sul grande schermo la stessa protagonista, Laura La
Plante, più affascinante che brava, e gli stessi ingredienti del predecessore:
giallo, horror e comicità. Al posto del serial killer stavolta aleggia la
minaccia di uno spettro, creando una sorta di trait d’union con un'altra
produzione Universal, Il Fantasma
dell’Opera, da cui venne mutuato anche l’imponente set del Teatro
dell’Opera. L’impianto giallo è indubbiamente quello portante e la
sceneggiatura, basata sull’omonimo melodramma di Thomas F. Fallon a sua volta
trasposizione teatrale del racconto “The House of Fear” di Wadsworth Camp, gli
sacrifica tutto l’incipit, dal delitto sino agli interrogatori della polizia.
Si tratta della parte meno convincente del film, un po’ lenta, ma importante
per l’introduzione dei tanti personaggi coinvolti. La componente comedy,
alquanto impalpabile agli occhi di uno spettatore odierno, è invece affidata
non tanto ai personaggi principali, ma ai comprimari e ai loro facili spaventi;
tra tutti merita un plauso la bravissima caratterista Carrie Daumery,
impagabile nei panni dell’attempata attrice Barbara Morgan a cui ne capitano,
se mi passate il paradosso, di tutti i colori.
L’ingrediente orrorifico è
invece somministrato tramite ragni e relative tele, mani che, in
sovrimpressione, minacciano i protagonisti e ovviamente il “fantasma”, con la
sua maschera tanto grezza quanto inquietante, che all’inizio centellina le sue
apparizioni per poi imperversare nel rocambolesco finale. La regia di Leni
miscela il tutto con grande personalità, attraverso inaspettate zoomate,
tecnica della doppia esposizione, inquadrature studiate e desuete (in parte
ancora retaggio del bagaglio espressionista), pestando il piede
sull’acceleratore nella seconda metà della pellicola che ha davvero un gran bel
ritmo. Superbo anche l’intro tra le luci e i cartelloni di Broadway. Anche in
questo caso, come in The Cat and The
Canary, gli interpreti soffrono un po’ di mancanza di spessore ed è uno
dei pochi difetti di un film, certamente inferiore al suo illustre ideale predecessore
a cui molto deve, ma che meriterebbe di essere riscoperto, nell’attesa di una
versione restaurata che gli renda pienamente giustizia.
Curiosità:
All’epoca furono prodotte e distribuite due versioni, una parzialmente sonora e
l’altra muta, senza accompagnamento musicale; solo quest’ultima, però, è
sopravvissuta sino ai giorni nostri. Nel 1939 ne è stato realizzato un remake,
a firma del regista Joe May, che recupera il titolo del racconto originale da
cui la sceneggiatura è tratta, The House
of Fear.
Reperibilità: Scarsa. E’
visionabile su Youtube, anche con intertitoli in italiano, ma con qualità video
piuttosto scadente. (Aggiornamento) Nel 2019 Universal ha finalmente messo in commercio un' edizione Blu-Ray del film restaurato per l'occasione in 4k.
Titolo: The Last Warning
Produzione:
USA(1929), b/n, muto, 77 minuti
Regia: Paul
Leni
Cast: Laura La Plante, Montagu Love, John Boles, Carrie
Daumery
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