Balduin, uno studente squattrinato, si
innamora di una giovane contessa promessa in sposa al cugino. Per cercare di avvicinarla,
entrando nei salotti dell’alta società, accetta un patto con il mefistofelico
Scapinelli, che, in cambio di 600.000 pezzi d’oro, chiede di appropriarsi di
qualunque cosa si trovi nell’umile appartamento dello studente. Baldovino
accetta, ignorando che l’accordo include proprio tutto, anche la sua immagine riflessa nello specchio
I remake non
sono una prerogativa solo dei nostri tempi. Lo dimostra questo film che, già nel
1926, riporta sullo schermo Lo Studente
di Praga, a soli 13 anni dall’uscita dell’originale firmato da Paul Wegener
e Stellan Rye e considerato il primo vero lungometraggio di genere horror. Al
timone dell’operazione il regista Henrik Galeen, già collaboratore dello stesso
Wegener per la saga del Golem, e
autore delle sceneggiature di alcune tra le più interessanti pellicole dell’espressionismo
tedesco; nel suo curriculum spicca lo screen play di Nosferatu di Murnau. Galeen segue quasi pedissequamente la trama
dell’originale, apportando solo minime modifiche e girando alcune scene in
maniera quasi identica. Nonostante la poca personalità, il prodotto finale
risulta ben confezionato, da una parte, grazie al progresso della tecnica
cinematografica che nei pochi anni intercorsi appare notevole e, dall’altra,
per merito dell’interpretazione del protagonista.
Galeen si affida, infatti,
alla stessa coppia di attori che aveva fatto, poco tempo prima, la fortuna del Caligari di Robert Wiene: Werner Krauss
e Conrad Veidt. Il primo, però, non riesce a entrare troppo in empatia col
personaggio di Scapinelli che, invece, era stato reso ottimamente nell’originale
da John Gottowt capace di confezionarne una versione in un certo senso “pre-espressionista”.
Veidt, invece, non fa certo rimpiangere Wegener nei panni dello sfortunato Balduin, anzi fornisce una prova nettamente superiore a quella del suo
predecessore, risultando al solito bravissimo nel rappresentare fisicamente il
tormento interiore del suo alter ego. Convincente in particolare il finale in
cui il protagonista ormai esanime si riflette nello specchio infranto. Dell’estetica
espressionista, giunta ormai sul viale del tramonto, residuano solo le
scenografie degli esterni durante l’ultima fuga di Balduin e l’ombra gigantesca
che si vede durante la scena del ballo. Il resto risulta invece abbastanza
convenzionale.
Nel complesso
si presenta tecnicamente migliore dell’originale, senza però possederne la
carica innovativa e l’importanza storica.
Curiosità: Nel
1935 il regista Arthur Robison realizzerà un altro remake, questa volta sonoro.
Reperibilità: Scarsa. Il film è
inedito in Italia. In DVD l’unica edizione esistente è quella dell’Alpha Video
che è un riversamento della vecchia versione VHS, di bassa qualità. Su Youtube
se ne può recuperare qualche scena.
Titolo: Der Student Von Prag
Produzione:
Germania (1926), b/n, muto, 91 minuti
Regia: Henrik
Galeen
Cast: Conrad Veidt, Werner Krauss, Agnes Estherazy,
Elizza La Porta
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