“Baldovino, uno studente di modeste origini, si innamora di una giovane
contessa promessa in sposa al cugino. Per migliorare la propria condizione socio-
economica e cercare di entrare nelle grazie della famiglia di lei, accetta un
patto con un poco raccomandabile personaggio, il Dottor Scapinelli, che, in
cambio di un’ingente somma di denaro, chiede semplicemente di appropriarsi di
qualunque cosa si trovi nell’umile appartamento dello studente. Pensando di
aver concluso l’affare della vita, Baldovino accetta, ignorando che l’accordo
include proprio tutto.. anche la sua immagine riflessa nello specchio”.
Voluto fortemente da Paul Wegener,
che lo produsse, interpretò come protagonista e lo co-diresse assieme al
regista danese Stellan Rye, “Lo studente di Praga” è considerato come il primo
vero e proprio esempio di lungometraggio di genere horror-fantastico. Rispetto
ai pionieristici esperimenti degli anni precedenti, infatti, lo scopo non
appare più (solo) quello di meravigliare lo spettatore ma (anche) di raccontare
una storia, con una solida base narrativa e una morale. Potremmo definirla una
forma embrionale di innovativo cinema “d’autore” che attinge da fonti
letterarie “alte” (E.T.A. Hoffman, anche se i modelli di fondo sono il classico
patto con il diavolo, alla Faust, e il Doppelganger
della tradizione popolare tedesca) e, al contempo, utilizza i più
sofisticati effetti speciali che la tecnologia dell’epoca potesse permettere.
La realizzazione del malvagio “riflesso” che perseguita Baldovino, sorprendentemente efficace ancora oggi, si deve alla tecnica della doppia esposizione messa a punto dal direttore della fotografia, Guido Seeber, un vero mago degli effetti ottici. Anche gli attori si dimostrano all’altezza di sceneggiatura e comparto tecnico. Wegener, destinato a diventare in breve tempo un divo del cinema muto tedesco, è forse un po’ stagionato per vestire i panni di uno studente, ma compensa risultando credibile e inquietante nella sua controparte malvagia. Chi si distingue di più, però, è John Gottowt nella parte, volutamente sopra le righe, del mefistofelico Scapinelli. Questo tipo di recitazione "caricata" è anche uno dei motivi per cui il film è ritenuto un precursore del movimento espressionista tedesco; manca però del tutto l’estetica che caratterizzerà buona parte dei lavori di Murnau, Lang, Wiene e soci. Quest’attribuzione è dunque legata principalmente alla portata avanguardista della pellicola di Rye che riscosse un immediato successo, tant’è che negli anni successivi ne vennero prodotti due remake: il primo diretto da Henrik Galeen nel 1923 e il secondo, con l’avvento del sonoro, firmato da Artur Robison nel 1935.
La realizzazione del malvagio “riflesso” che perseguita Baldovino, sorprendentemente efficace ancora oggi, si deve alla tecnica della doppia esposizione messa a punto dal direttore della fotografia, Guido Seeber, un vero mago degli effetti ottici. Anche gli attori si dimostrano all’altezza di sceneggiatura e comparto tecnico. Wegener, destinato a diventare in breve tempo un divo del cinema muto tedesco, è forse un po’ stagionato per vestire i panni di uno studente, ma compensa risultando credibile e inquietante nella sua controparte malvagia. Chi si distingue di più, però, è John Gottowt nella parte, volutamente sopra le righe, del mefistofelico Scapinelli. Questo tipo di recitazione "caricata" è anche uno dei motivi per cui il film è ritenuto un precursore del movimento espressionista tedesco; manca però del tutto l’estetica che caratterizzerà buona parte dei lavori di Murnau, Lang, Wiene e soci. Quest’attribuzione è dunque legata principalmente alla portata avanguardista della pellicola di Rye che riscosse un immediato successo, tant’è che negli anni successivi ne vennero prodotti due remake: il primo diretto da Henrik Galeen nel 1923 e il secondo, con l’avvento del sonoro, firmato da Artur Robison nel 1935.
In conclusione, una tappa
imprescindibile nella genesi del cinema horror, anche se la componente
drammatico-romantica ha ancora un peso notevole nell’economia della vicenda.
Notevole il finale.
Reperibilità: Buona. Il film è
visionabile su youtube, mentre in commercio c’è un DVD edizione import della
Alpha Video con sottotitoli in inglese. Nel 2013 è stata realizzata una nuova
versione restaurata per opera del Fillmmuseum di Monaco di Baviera che al
momento non risultata editata in DVD o BluRay.
Titolo: Der Student Von Prag
Produzione: Germania (1913), b/n, muto, 57 minuti
Regia: Stellan Rye