“Il conte Greven ritorna al suo castello dopo alcuni anni passati
all’estero alla ricerca di rari oggetti d’arte di cui è collezionista, portando
con sé una statuetta di Buddha rubata in un tempio indiano. Dopo poco l’uomo comincia a manifestare
una paura incontrollabile dovuta a una presunta mania di persecuzione: ritiene
infatti che i monaci buddisti l’abbiano seguito sino a casa per vendicarsi del
furto. Un giorno, uno dei religiosi gli appare in giardino predicendogli che
morirà dopo 7 anni da allora, per mano della persona che più gli è cara.“
Due anni prima di girare il suo
capolavoro, Il Gabinetto del Dr. Caligari,
Robert Wiene inizia con Furcht (meglio conosciuto con il titolo internazionale Fear) a
sviluppare la sua percezione del tema della follia. Manca ancora l’estetica del
cinema espressionista, anche se la recitazione sopra le righe del protagonista né
è anticipazione, le scenografie sono convenzionali (se pur opera dell'artista Ludwig Kainer), gli effetti speciali si
limitano per lo più a sovrimpressioni, la paura è raccontata più che
esteriorizzata. Il regista punta sulla sceneggiatura per raccontarci la discesa
nell’abisso della paranoia del conte Greven, scegliendo giustamente di non
rivelare in maniera netta se la minaccia rappresentata dai monaci buddisti sia reale o meno, lasciando il dubbio nel finale. Nonostante questo conto in
sospeso è ben facile prevedere dove andrà a parare la vicenda dopo la profezia
del monaco e in questo sta anche il limite del film: Wiene sembra più
interessato a quello che vuol dire che a come dirlo, mentre il destino del
conte appare sin da subito ineluttabile.
Da ricordare la presenza nel cast di Conrad Veidt (proprio nei panni dell’inquietante monaco), quasi all’esordio, e prima tappa di un fortunato sodalizio con il regista (ricoprirà il ruolo di Cesare, nell’immortale “Caligari” e non solo) che lo porterà a diventare una star del cinema muto anche oltre i confini teutonici. La colonna sonora originale è purtroppo andata perduta.
Da ricordare la presenza nel cast di Conrad Veidt (proprio nei panni dell’inquietante monaco), quasi all’esordio, e prima tappa di un fortunato sodalizio con il regista (ricoprirà il ruolo di Cesare, nell’immortale “Caligari” e non solo) che lo porterà a diventare una star del cinema muto anche oltre i confini teutonici. La colonna sonora originale è purtroppo andata perduta.
In conclusione, un Wiene ancora
grezzo, quasi convenzionale, ma con qualche seminale idea che saprà mettere a
frutto nel corso dell’epopea espressionista.
Reperibilità: piuttosto raro. Non esistono edizioni DVD, ma è reperibile su Youtube.
Titolo: Furcht
Produzione: Germania (1917), b/n, muto, 72 minuti
Regia: Robert Wiene
Nessun commento:
Posta un commento